giovedì 9 dicembre 2010

The Black Angels - Phosphene Dream (2010) - Blue Horizon Records









Angeli maledetti caduti da un paradiso psichedelico di ericksoniana (13th Floor Elevators) memoria ascoltano i Velvet Underground accendendo incensi. Gruppo più unico che raro di stanza ad Austin,Texas, rilascia lo scorso settembre la loro terza prova su disco "Phosphene Dream" - Blue Horizon Records. L'album in questione si sinistreggia alla meraviglia tra decadenti inizi sussultorei  (Bad Vibrations), il groove di "Yellow Elevator #2", che si quieta riposato dentro  melodie meditative e "True Believers" tra raga e stasi lisergica finale. Si può notare, rispetto all'album precedente del duemilaotto (Directions To See A Ghost - Light In The Attic Records), marcato più dalla lunghezza dei brani e dall'influenza  kraut, un passaggio, non per forza stucchevole, nei territori più classici del rock ("Telephone" ad esempio). Il risultato artistico e prettamente musicale è molto alto. Difatti, oltre ad una ascesa mediatica di eccezionale valore in questi ultimi due anni, il gruppo è ospite ad importanti festival negli Stati uniti ed in Europa (ATP, Lollapalooza, Austin Psych Fest), le fanzine e le riviste di settore (Pitchfork, Il Mucchio) spendono pregiate parole riferendosi ad una bella ed attesa sorpresa dentro un genere alquanto ostico come quello della neo-psichedelia odierna. Forse, prima di fare play sul disco, vi consiglio di fare una preghierina a chi volete, con sottofondo "The Black Angel's Death Song" dei Velvet  Underground (canzone da cui il gruppo prende il nome) per augurarci l'illuminazione dei gruppi con il suffisso "post-rock" forzato sui loro social media e certi modernismi di facciata a tutti i costi. Perché la sperimentazione ricercata nelle trame "post" potrebbe essere trovata anche in  cosiddetti album. Oh per bacco! Il rock è anche questo.


                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   

1. Bad Vibrations

2. Haunting At 1300 McKinley

3. Yellow Elevator #2

4. Sunday Afternoon

5. River Of Blood

6. Entrace Song

7. Phosphene Dream

8. True Believers

9. Telephone

10. The Sniper




Assaggialo


                                          Respect the artist buy the album

lunedì 1 novembre 2010

Gift no Shit n.3


 

1.The Black Angels - Bad Vibrations from album Phosphene Dream (2010)

2.Disco Inferno - It's A Kid's World from ep It's A Kid's World (1994)

3.Beach House - Used To Be from album Teen Dream (2010)

4.The Teardrop Explodes - Second Head from album Kilimanjaro (1980)

5.Holy Fuck - Silva and Grimes from album Latin (2010)

6.Primal Scream - Inner Flight from album Screamadelica (1991)

7.Tweak Bird - A Sun Ahh-Ahh from album Tweak Bird (2010)

8.Helios - Halving The Compass from album Eingya (2006)

9.K-X-P -18 Hours (Of Love) from album K-X-P (2010)

10.British Sea Power - No Man Is An Arcipelago from album Man Of Aran (2009)


L'immagine è stata liberamente tratta da:http://julienpacaud.com

domenica 22 agosto 2010

British Sea Power - Man Of Aran (2009) - Rough Trade






I British Sea Power (per l’occasione in formazione allargata a sei elementi, con l’aggiunta di viola e cornetto), da sempre amanti dell’aria aperta e dei paesaggi rurali, realizzano un lavoro inquadrabile a grandi linee all’interno degli stilemi essenziali del post-rock più etereo e cinematico, in bilico tra Godspeed You! Black Emperor, Mogwai, Dirty Three e soprattutto Sigur Ros, con lunghe partiture strumentali dal fortissimo potere evocativo, caratterizzate da progressioni più o meno stratificate e lunghe parentesi ambientali dall’anima più pensosa e descrittiva.

L'album è essenzialmente la colonna sonora del film muto di Robert J. Flaherty "Man Of Aran" (1934).

Il film, bellissimo, narra le vicende di una famiglia di pescatori residenti nell’arcipelago irlandese che dà il titolo alla pellicola, ed è un’ode senza tempo alla potenza anarchica di quella natura matrigna cui ancora, nonostante tutto, l’uomo deve saper pagare il giusto pegno, al di là di tutti i suoi sogni di controllo e onnipotenza tecnocratica, pertanto la visione o l’eventuale recupero dell’opera è altamente consigliato, soprattutto in tempi di forte incertezza ecologica come quelli attuali.Cd e dvd (che contiene varie versioni audio dell'album) sono del resto acquistabili, in un cofanetto speciale.


Parzialmente da Ondarock del 16/07/2009.


1. Man Of Aran

2. The South Sound

3. Come Wander With Me

4. Tiger King

5. The Currach

6. Boy Vertiginous

7. Spearing The Sunfish

8. Conneely Of The West

9. The North Sound

10. Woman Of Aran

11. It Comes Back Again

12. No Man Is An Archipelago


Assaggialo


                                            Respect the artist buy the album

giovedì 19 agosto 2010

Guy Debord - La Società dello spettacolo






La vittoria sarà di coloro che avranno saputo provocare il disordine senza amarlo.


Malgrado il suo radicalismo, Guy Debord è spesso citato sia come contestatore che come grande pubblicitario. Le personalità dello spettacolo spesso lo omaggiano pubblicamente, nonostante egli sia stato in realtà uno dei loro più acerrimi nemici. Ma allora chi è stato Guy Debord? Non è stato un filosofo in senso stretto, benché alcuni lo definiscano un metafisico (es. il filosofo francese Phlippe Sollers). Il termine più appropriato per definirlo è quello di stratega : «stratega della rivoluzione» o «stratega della sovversione», si può affermare senza ombra di dubbio che Guy Debord ha segnato la storia del XX secolo.

Guy Debord nasce il 28 dicembre 1931 a Parigi presso una famiglia di industriali caduti in rovina. Suo padre, Martial Debord, muore quando Guy ha appena 4 anni. Sua madre, molto giovane al momento del parto, si disinteressa dell’educazione del figlio, di cui si occuperà invece la nonna.

La sua opera più conosciuta è La società dello spettacolo, pubblicata per la prima volta nel 1967 a Parigi. L’idea centrale di questo testo è la trasformazione della vita in rappresentazione. Nella nostra società mercificata tutto è riconducibile alla trasformazione della merce in spettacolo, la quale ricopre la superficie del mondo e il suo immischiamento nei rapporti sociali più intimi, falsificando la percezione del reale. Lo spettacolo permette la schiavitù e separa le masse dal reale. Guy Debord giunge a sostenere anche il contrario: «Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso». Debord riflette sul peso delle rappresentazioni, delle immagini, sul nostro modo di apprendere la realtà, che non può essere prevista nella nostra società dello spettacolo. Lo spettacolo è il regno delle immagini, tuttavia il pensiero situazionista non può essere limitato esclusivamente ad una critica del mondo dominato dalle immagini.

In modo più ampio si può considerare che la società spettacolare è «l’ultima tappa del capitalismo sulla vita». Ultima tappa dopo aver alienato gli uomini, trasformando il loro “essere” in “avere”, lo spettacolo trasforma l’”avere” in “apparenza”. Questo libro è considerato come uno dei motori del Maggio 1968 e nel 1973 darà origine al suo quarto film.

Nel 1957, 10 anni prima, Guy Debord aveva fondato con altri autori (Michèle Bernstein, Giuseppe Pinot Gallizio, Piero Sismondo, Elena Verrone, Asger Jor e Walter Olmo) l’Internazionale Situazionista (IS), risultato in parte di due movimenti artistici: l’Internazionale Lettrista e del Comitato Psicogeografico di Londra. L’IS è l’incontri di diversi intellettuali che hanno per scopo quello di sviluppare una critica della società capitalista in opposizione ai dogmi ideologici, ma attenzione per Debord si tratta di mettere «La rivoluzione al servizio della creazione e non l’inverso…». L’IS nasce il 27 luglio 1957 nella piccola cittadina di Cosio D’Arroscia (Italia) con il programma ambizioso di divenire <arte con una creatività generalizzata>>. Ben che impieghino una retorica marxista, i situazionisti rifiutano tanto il marxismo quanto l’anarchismo. E’ situazionista quello che non si rivendica come tale perché non ci sono dottrine d’interpretazione dei fatti esistenti, non ci sono ideologie. Ci sono delle situazioni, situazioni che possono essere costruite. Raoul Vaneigem parlerà della rivoluzione della vita quotidiana, agire e costruire dei momenti di vita piuttosto che annullarsi nella passività. Piuttosto che interpretare le situazioni che coinvolgono l’uomo, come hanno sempre fatto filosofi e artisti, i situazionisti propendono per la costruzione di situazioni. Ben che si allontanino da qualsiasi ideologia, queste idee possono essere assimilate all’esistenzialismo di Jean-Paul Sartre, che redigerà più opere a questo proposito a partire dal 1947. I situazionisti, malgrado il loro nome, non sono partigiani della situazione presente. Hanno un’importante coscienza del posto che ha un’idea nella storia delle idee e semplicemente nella storia. Così, dopo essere stati considerati degli estremisti, sia in campo politico che in quello artistico, nel 1972 decidono di sciogliere il movimento.

Debord continuerà a scrivere e a realizzare film fino al suo suicidio avvenuto nel 1994.


La teoria del "détournement"

Una delle teorie situazioniste è quella del “détournement” elaborata da Guy Debord e Gil Wolman nel saggio “Metodi di Detournement” pubblicato per la prima volta nella rivista surrealista belga «Les levres nues», n. 8, Bruxelles, 1956.

Anche se letteralmente la traduzione in italiano del termine “détournement” sarebbe “deviamento”, in realtà il significato del termine è a metà strada tra l’idea di deviazione e l’atto del dirottamento. Una parola italiana con molte analogie è depistaggio. Il détournement è strettamente collegato all’altra teoria situazionista della "decontestualizzazione" che comporta il cambiamento del contesto comunicativo dell’opera.

Il détournement rappresenta il diniego situazionista della proprietà intellettuale e consiste nella riappropriazione di frammenti discorsivi di altri autori, riconvertendoli, in modo anche deformato, in altri contesti di significato. Ha un valore “anti-arte” nella misura in cui, essendo l’arte alla base dello spettacolo, essa si contrappone alla vita, immobilizza e reifica, ostacolando la comunicazione diretta tra gli individui. Ed in questa visione, non può esistere un'arte situazionista ma solo un uso situazionista dell’arte.

Anche l'arte usa il détournement, ma c'è una differenza. Mentre il détournement artistico conduce alla creazione di una nuova opera d'arte, quello situazionista, facendo uso di una vera e propria azione "anti o no-copyright" nell’avvalersi delle suddette opere, conduce ad una negazione dell'arte, soprattutto per la connotazione di comunicazione immediata che contiene. Si tratta cioè di decontestualizzare la provenienza e di inserirla in un nuovo insieme di significati che attribuisca un nuovo valore ma totalmente slegato da tutte quelle caratteristiche che contraddistinguono le merci in un sistema capitalistico e con l'espressa rinuncia al diritto d'autore, si collocava l'opera nel Pubblico dominio. Raoul Vaneigem, ad esempio, che è stato uno dei partecipanti all'Internazionale Situazionista, includeva nelle sue opere la seguente premessa: «Poiché persistiamo nella nostra inimicizia verso le regole della proprietà, ancorché intellettuale, questo testo non è sottoposto ad alcun copyright, sicché è riproducibile ovunque, anche senza citare la fonte».

Scrivono testualmente Debord e Wolman nel loro saggio “Metodi di Detournement”:

«Nella fase di guerra civile in cui ci troviamo, l'arte e la creazione in generale dovrebbero servire esclusivamente motivi partigiani, e ciò è necessario per finirla con qualsiasi nozione di proprietà privata in queste aree. Detournement è la libera appropriazione delle creazioni altrui. Detournement è decontestualizzazione. Va da sé che uno non è limitato al correggere lavori esistenti o integrare diversi frammenti di lavori scaduti in una nuova opera: si può altresì alterare il significato di questi frammenti in qualunque modo, lasciando gli imbecilli al loro profuso mantenimento delle virgolette».

Il cinema di Debord 

 

Il cinema di Debord (Debord non accettò mai alcuna catalogazione entro ambiti ristretti, di conseguenza nemmeno quella di regista) affonda le proprie radici nel suo rifiuto di ogni tipo di alienazione. Già nel 1951 un gruppo di lettristi costringe gli organizzatori del Festival di Cannes a proiettare il film Traité de bave et d’éternité, diretto dal loro leader Isidore Isou. L’anno successivo, il 30 giugno 1952, al cine club del Musée de l’Homme di Parigi, sarà invece l’opera prima di Debord, Hurlements en faveur de Sade, ad irrompere sulla scena. Si tratta di un film non-film o di un anti-film: niente immagini, niente trama: solo voci e pause alternate al bianco e nero dello schermo. Il film termina con 24 minuti di schermo nero.In questa maniera Debord intende affermare che la sua volontà distruttiva di questa forma d’arte, poiché egli pensa che il cinema offra al pubblico nient’altro che vite sostitutive. 

Successivamente realizza altre opere utilizzando il cosiddetto détournement (si potrebbe tradurre in italiano con "depistaggio"), in cui brani di film o di testi vengono riassemblati con lo scopo di dar loro un nuovo significato (si pensi al programma televisivo Blob). Debord considerava il cinema come una macchina commerciale e uno strumento di pacificazione sociale. Per questo nei suoi film compaiono le sue idee rivoluzionarie, in cui le immagini sono considerate invasive, poiché ogni forma di rappresentazione spettacolare non è altro che un impoverimento rispetto alla complessità e intensità della vita. I suoi film (o non-film) sono quindi dei veri e propri manifesti della negazione della società.

I video sono facilmente rintracciabili su you tube oppure si può scaricare il film(sempre con sottotitoli italiani) interamente da emule.

lunedì 16 agosto 2010

Gift no Shit n.2




1.Oneida - Each One Teach One from album Each One Teach One (2002)

2.Dirty three - She Passed Through from album Cinder (2005)

3.Colour Haze - Zen from album Los Sounds de Krauts (2003)

4.La Dusseldorf - Rheinita from album Viva (1978)

5.Erland and The Carnival - You Don't Have Be to Lonely from album Erland and The Carnival (2010)

6.La Otracina - Neon Nova from album Love Love Love (2006)

7.Comets on fire - Sour Smoke from album Avatar (2006)

8.Wildbirds & Peacedrums - Today-Tomorrow from album The Snake (2008)

9.Samuel Katarro - Pop Skull from album The Halfduck Mistery (2010)

10.Stereolab - We're Not Adult Orientated from album Space Age Bachelor Pad Music - (1992)

11.Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra - The Triumph of Our Tired Eyes from album Born Into Trouble As The Sparks Fly Upward (2001)

venerdì 13 agosto 2010

Gift no Shit n.1

 

1. Wooden Shjips - Motorbike from album Dos (2009)

2. Fuck Buttons - Bright Tomorrow from album Street Horrrsing (2008)

3.Olivia Tremor Control - Can you come down with us? from album Music From Unrealized Film ,Dusk At Cubist Castle (1996)

4. Asura - I saw you in vice (Anenon birthday remix) from album Asura (2010)

5. Au - rr vs. d from album Verbs (2008)

6. Om - Cremation Ghat II from album God is good (2009)

7. The Besnard Lakes - And this is what we call progress from album The Besnard Lakes Are The Roaring Night (2010)

8. edPorth - Kadievka from album Saying vamos and thinking let's go (2010)

9. Liars - The Overachievers from album Sisterworld (2010)

10. The Alps - Le Voyage from album Le Voyage (2010)

11. Four Tet - Hidden Track from album There is love in you (2010)

giovedì 12 agosto 2010

La dormiveglia e il suo parlare.


Non imparare motivazioni, tu sei la lontananza.

E lei cercò di sedersi ma la sedia si ruppe sul più bello.

"Fai ciò che vuoi".

Con un cazzo gonfio di speranza.


Abbazia di Thélema,Cefalù -PA (Ex-dimora di Aleister Crowley) - Agosto 2010

venerdì 18 giugno 2010

I Godspeed You! Black Emperor tornano con un nuovo tour in UK



Godspeed You! Black Emperor UK Tour on sale now!Friday June 18, 2010



We're very happy to announce that as well as curating our Nightmare Before Christmas festival this 3rd-5th December, Godspeed You! Black Emperor will also play a series of UK headlining shows. The four shows in Manchester, Glasgow, Bristol and London are on sale now.


Clicca qui per info e biglietti:


Manchester / Glasgow / Bristol / London


Dal sito http://www.atpfestival.com/

giovedì 20 maggio 2010

The Alps - Le Voyage (2010) - Type Records



Dopo il bellissimo e trasognante esordio "III" del 2008 gli Alps ritornano con un nuovo "viaggio" all'insegna dello psych-folk, rock, krautdelica ed elettronica. Rispetto al primo album, però, c'è meno voglia di osare ma il risultato è alquanto soddisfacente. I brani sono un pò più limati ma sempre caratterizzati da quel guizzo sperimentale revisionista che tanto mi fa pensare ai boschi di big sur in california e al suo sole redentore. Il lavoro si contraddistingue tra pezzi classicamente composti e arrangiati (Drop In, Crossing The Sands, St.Laurent, Saturno Contro, Black Mountain, Le Voyage e Telepathe) ed altri che sono dei bellissimi affreschi di psichedelia elettronica e musica concreta (Marzipan, Petals, The Lemon Tree). Le influenze sono ben chiare e attingono sagacemente al meglio da molto materiale di quarant'anni fa, più o meno. Parliamo dei Pink Floyd più bucolici, i Popol Vuh, il rock intrinso di sitar e come se non bastasse tutta quella scena anni settanta (krautrock) che rivoluzionò la germania e gran parte del mondo del rock. I musici potevano spingere un pò più la mano ma se si vuole in una sera di questa bella stagione vagare per il cosmo e per i paesaggi californiani, quest'album fa proprio al caso nostro.




1. Drop In

2. Marzipan

3. Crossing the Sands

4. Petals

5. St. Laurent

6. The Lemon Tree

7. Saturno Contro

8. Black Mountain

9. Le Voyage

10. Telepathe


Assaggialo



                                         Respect the artists buy the album

giovedì 18 febbraio 2010

Giardini di Mirò - Il fuoco (2009) - Unhip Records



Finalmente ho acquistato l'ultima fatica discografica dei Giardini di Mirò. Il Fuoco.[Anche se lo avevo già scaricato]. Dopo mesi di tentennamenti e "sacrifici economici" ce l'ho fatta. L'album è uscito a luglio del 2009 per la Unhip Records. Mi ero un pò allontanato da questa sublime band. Ma con l'uscita del nuovo lavoro nato dalla sonorizzazione del film di Giovanni Pastrone - Il Fuoco(adattamento dal l'omonimo romanzo di D'Annunzio) - film muto datato 1915, ho ritrovato nuovamente delle emozioni che mi hanno riportato a sei,sette anni fa quando sentii per la prima volta "Rise and fall of academic drifting". Il disco si presenta come uno scrigno di emozioni che ci catapulta in un contesto retrò (legato sopratutto al film) ma che mantiene ben saldi i legami con il panorama musicale contemporaneo, grazie alle sonorità sempre vive e odierne dei giardini. Nella prima parte (la favilla) troviamo classiche ambientazioni chitarristiche che hanno sempre contraddistinto il gruppo. La favilla 2 composizione a dir poco soave (che ascoltata come si deve), porta l'ascoltatore a pensieri pieni d'immagini ed un trasporto emotivo come da tempo non si provava. Ma è con la seconda parte che assistiamo a qualcosa di inusuale per la band. L'inizio della vampa è un sogno-allucinazione ad occhi aperti. La traccia iniziale si sussegue tra delicate escrescenze elettroniche e micro inserzioni strumentali pseudo-improvvisative. Tutto cambia quando sentiamo da lontano l'avvicendarsi di un tempo 4/4 - sotto una voce monocromatica - che pian piano riporterà in auge le chitarre di mirò. Qui vi è il fulcro fiammeggiante dell'album, con queste pulsazioni quasi kraut-motorik accompagnate leggiadramente dalle chitarre e dal susseguirsi finale di questa bordata di rumore in piena compagnia del violino. La vampa si affievolisce trasformandosi in cenere, i suoni si decompongono in perfetta scuola noise-shoegaze,e i violini ammordiscono questa materia fiammeggiante. La vampa è compiuta e la cenere trova spazio in un desolante riposo per pianoforte minimale,scandito dal timpano,dalle melodie della chitarra e tromba e dalle incursioni di glockenspiel e voce. La fine (la cenere 2) è un leggerissimo risorgere, riappare spazzolante la batteria, gli altri strumenti anche loro a coda riemergono pacificamente,ma è un inganno. Il commiato in un cinquettio sinistro di suoni schizofrenici ci presenta la fine di tutto. Un album molto intimista che non si discosta però molto da ciò che il gruppo ha fatto in questi anni, parlo di alcune sonorità. Quel quid in più lo possiamo trovare come già menzionato prima,in un uso più massiccio dell'elettronica,del noise e chiamiamola per dire così "libera improvvisazione". Non è un capolavoro assoluto ma il nostro bisogno di emozioni ci ringrazierà.



  1. x (La Favilla 1)

  2. xx (La Favilla 2)

  3. xxx (La Favilla 3)

  4. xxxx (La Favilla 4)

  5. xxxxx (La Favilla 5)

  6. xxxxxx (La Favilla 6)

  7. xxxxxxx (La Favilla 7)

  8. ∞ (La Vampa 1)

  9. ∞∞ (La Vampa 2)

  10. ∞∞∞ (La Vampa 3)

  11. † (La Cenere 1)

  12. †† (La Cenere 2)





Assaggialo


                          Respect the artists buy the album

martedì 16 febbraio 2010

Beak - Blagdon Lake

">">
I BEAK sono composti da: Geoff Barrow (Portishead), Matt Williams (Team Brick), Billy Fuller (Fuzz Against Funk).
L'album è uscito a novembre del 2009.Beak - S/T.Invada records.

venerdì 5 febbraio 2010

Paul's center

Ho scritto il mio pseudo fantomatico programma del giorno su un foglietto qualunque e sto ingannando il giorno.
Cerco di dare un mero senso a questa giornata di gennaio ma la mente è aggrappata al vortice del cordone festivo.
Ho delle sensazioni accennate da inutilità bieca,un perdigiorno di altri tempi illuso dalla banalità del contesto.
Ripiego sulla scrittura intimista su questo textedit e penso all'attività amanuense benevola di una volta.Penso a come certi scrittori fossero influenzati dal loro tempo e potessero scrivere meravigliosi affreschi di parole da sconvolgere l'umano pensare.Ed io invece qui,ad aspettare degli spiccioli dal potere economico,ridurmi a pensare che il mio essere è misero al confronto di chi ha dato il culo per costruire poi cosa non si sa.
Pistola esistenziale,pistola morale ed ideologia emozionale.
Giorni e giorni a far passare i giorni mentre non voglio trovare il tempo per farmi una doccia.
Alleluia!Sia ringraziato il pigiama!

Nel limbo della responsabilità limitata.
Perchè non ti fai una peretta su per il culo e mi sorridi?
No,mi pare di no.Si sta ungarettianamente felici a scoprire nuove posizioni economiche pseudo-felici.
Si vorrebbe ma ci si accontenta ......tu escogiti nuove rivoluzioni da pub.Fottiti e dormi.Non hai,non sei,ma come al solito vorresti.
Tu sistema la tavola ,al resto,forse,ci penserò io.

Ehi gin!

Mi stupisco del fatto di riuscire ancora a pensarti,
ricordo i nostri sorrisi e le nostre parole su un mondo possibile e
le nostre rime condivise che penetravano silenziose questo mondo vacuamente rumoroso.
Le tue notti insonne su di me, le mie paure su di te, rendevano questo fiume più pulito e invece
questa sabbia che mi è rimasta in mano rende scarno il mio scrivere,le parole sfuggono, i pensieri si aggrovigliano, acquisiscono forme strane, trasformandosi per consuetudine in esseri volatili che prontamente volano via e riacciuffarli è difficile. E d’improvviso non mi resta che raffigurarmi in questo firmamento, giocando con i miei pensieri,vedendoli fluttuare in una moviola temporanea,dove tutto sembra una infinitesima parte di assoluto......... e chi come me in quel momento si trova sospeso, respira lentamente un soffio di vellutato eterno.
Si accende la voglia,si strofina su di me,nuota dentro e fuori .Riesci a coglierla?
Cosa pensi quando mi guardi con quello sguardo travisato?
Ma è un gioco teatrante o è pura vita che cola dalle frange di questo tempo individuale?
Telenovele di bassa statura ispirano alte promesse. Ingenua l’azione,sicura la coscienza,un inferno l’inconscio.
…………………………………………………….

D:Ehi!! Ehi Gin! Gin? Mi hai portato in dei posti magnifici.
B:Ma se siamo qui da più di due ore!
D:No,credimi è stato meraviglioso.
B:Non ero io sicuramente.
D:Eh no Gin stammi a sentire,puoi credermi.
B:Contenta Tu! Ci credo.
D:Bè,lo so ci siamo conosciuti al supermercato ma tutto sommato è stato romantico. Ricordi i miei occhi incerti? Il mio passare tra gli scaffali cercando non so cosa, così per uccidere il tempo? Ed io già sapevo,ti vedevo,tu sempre impassibile come gli altri ma con qualcosa in più. Saranno stati i colori,comunque appena ti ho visto eri tu il prescelto. E mamma mia sei stato una botta, ma da un paio di ore ti sei come spento,consumato. Che ti succede? Parlami mio caro Gin.
B:Intanto quasi ogni sera dici le stesse ciancerie a tutti i tuoi ignari prescelti.....Tutti fanno la stessa fine con lo stesso trattamento....Quindi cosa dovrei pensare....?
D:Ah,non so Gin.Scusami.
B: Ma quali scuse.Sicuramente tutto finirà in un cesso.......dove mi vedrò cadere,guardandoti dal basso verso l’alto.
D:Gin almeno potresti rimanere qui per sempre.
B:Fottute utopie del tuo scommisurato ego,cara. Non ti sei accorta che sono solo una reificazione della tua mente? Sei tu che guidi la baracca fino a quando io non mi sarò estinto. Poi diverrò una inutile bottiglia vuota che evocherà in te etiliche commozioni smembrandoti fra la malinconia di me e la vista di nuove terre promesse. Forse conserverai lo scontrino di me stesso o finirò nel nulla dello spazio e del tempo.
……………………………………………………………

Mi è venuta voglia di bere............................e quando mai.....................puntini......puntini........sei sospeso......dal fatto........di sospendere ..................il.......discorso. Oggi ve lo devo dire fottetevi alla grande come scimmie e porci alla ricerca di noccioline marce. Miao! Bau! Ciao! Grazia e Bellezza,Cultura e Ragione,Neo-Rinascimento e Neo-Illuminismo, dovremmo starci dentro.........