venerdì 9 dicembre 2011

Classifica ascolti goderecci 2011


Chiedo scusa sin da ora se ho tralasciato, involontariamente, qualche uscita discografica o l'album di svolta

spirituale per qualsiasi animo sensibile a quella cosa chiamata Musica. Come l'anno scorso, ho scelto i sotto-indicati album, tramite il mio personale gusto estetico e psicopatiche ricerche in territori specializzati,

italiani e stranieri che siano(web-zine, siti, blog), quindi, è tutto molto soggettivo, ovviamente. Ho avuto in primis la ben amata sensazione di non voler stilare una classifica, perché ad ogni ascolto questi album cambiano forma, aspetto ed emotività trasmessomi, ma il mio istinto in questo momento mi spinge verso una forma più, diciamo così, "ordinata". Infine, non vi resta che dare un'occhiata. Prendetene e ascoltatene tutti.


1.Peaking Lights - 936


2.Eveline - Alpha Omega


3.Morkobot - Morbo


4.Squadra Omega - Le Nozze Chimiche 


5.Dead Skeletons - Dead Magick 


6.White Hills - HP-1


7.Dirty Beaches - Badlands


8.Low - C'mon 


9.Barn Owl - Lost In The Gare


10.The Great Saunites - Delay jesus'68


11.Bon Iver - Bon Iver   


12.Efrim Manuel Menuck - High Gospel


13.thisquietarmy - Resurgence


14.Psychic Paramount - II


15.Mogwai - Hardcore Will Never Die, But You Will


16.The Dreams - Morbido


17.Blanck Mass - Blanck Mass


18.Tim Hecker - Ravedeath, 1972


19.Atlas Sound - Parallax


20.Crystal Stilts - In Love With Oblivion


21.One Dimensional Man - A Better Man












giovedì 24 novembre 2011

Morkobot - Morbo (2011) - Supernatural Records




Se il DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) dovesse avere una fantomica promozione mediatica sociale, lo spot ipoteticamente realizzato, potrebbe avere come colonna sonora l'ultimo rito di venerazione dei seguaci di Morkobot:Morbo è infatti tra di noi. Dopo i due già imponenti lavori:"Mostro" (2005) e "Morto" del 2008. Usciti tutti per la Supernatural Cat Records, label che si occupa, solo per citarli di:Ufomammut, Lento ed OvO.

L'ultimo messaggio che Morkobot e suoi adepti (Lin, Lan e Len) vogliono lasciarci, suona come una trivella dibassi e batteria, che vuole scavare nei meandri della nostra mente e rimanerci. Il messaggio è magmaticoe roccioso, ma anche coraggiosamente diretto,impastato di psichedelia-noise-progressive-space rock-sludge e coadiuvato da massicci riferimenti ad altre band, penso agli Zu, Zeus! e Lightning Bolt. Riferimenti ed etichette che possono apparire terribilmente vuoti, se confrontati con l'impatto sonoro che l'album possiede, perchè quello arriva alle nostre orecchie potrebbe essere qualcos'altro. Credo, infatti, che i Morkobot si spingano verso questo "altro" con una miscela direi quasi infernale, dove la parola "osare" ha come vicino di casa  "avanguardia", ma dove tutto, però, è dannatamente Rock. Dunque, Morbo, forse, rivuole schiacciare l'occhio alle sonorità del precedente "Mostro", segnato da visioni più dirette e lancinanti. Ma tutto qui è aggiornato, più maturo, più alto. Un lavoro, ripeto, alto (ma non intellettualistico) e raffinato da potersi candidare come una delle migliori uscite nel campo musicale indipendente italiano nel 2011. Infine, il messaggio, dopo aver vagato errabondo negli spazi siderali delle menti degli autori atterra barocco e coraggioso qui da noi. Morbo vaga, quindi, come un fantasma alla ricerca dei suoi figli. Io consiglierei di accoglierlo a braccia aperte e senza paura. Così, quasi, come se fosse un profetico manuale di viaggio, nel futuro del suono della musica di qualità di questo nostro disgraziato paese. 



1.Ultramorth

2.Orkotomb 

3.Orbothord

4.Oktrombo

5.Mor

6.Oktomorb

7.Obrom




http://morkobot.wordpress.com/


https://www.facebook.com/MoRkObOt


http://www.myspace.com/morkobot


http://twitter.com/#!/morkobot


Recensione personale su Clap Bands Magazine


domenica 20 novembre 2011

Dyskinesia - Dalla Nascita (2011) - Frohike Records



 Il suono dei passi del boia sulla neve delle nostre sensazioni re: un incipit, una prima impressione in una frase su quest'album dalle tinte eteree ed ambientali che con le sue esplosioni telluriche viene a ridestarci da quel freddo celato dietro le sue chitarre e sommesse voci da un altro mondo oscuro. I Dyskinesia ci presentano questo nuovo album (interamente registrato in presa diretta) dopo la prima prova d'esordio su lp e due split in compagnia di “GSS:Gioventù Suicida Studentesca” e “Corpoparassita”. In “Dalla Nascita” riecheggiano post-metal, post- rock, ambient e drone. Vige un'atmosfera sedata dove, però, un fuoco riscalda quest'aria polare che immobilizza questo ambiente torbido. Il fuoco, lui, è la sezione ritmica, ti dirige ma con lentezza verso i cunicoli arresi di questo freddo territorio. Le tracce scorrendo ti chiamano all'entrata in un mondo altro, come entrare dentro un igloo infinito con una torcia ben accesa, dove pian piano incontri questi suoni sospesi e voci che non hanno direzione di provenienza. Un post-rock atmosferico e pensieroso si mette in società con il granitico post-metal dei Neurosis e degli Isis. L'album in questione esce per la Frohike Records nei primi di settembre in free digital download sul sito dell'etichetta milanese, promotrice di suoni altri e indipendenti che ha votato la propria esistenza su scelte ardue, interessanti e coraggiose. Per i Dyskinesia, infatti, sta attuando una politica di “condivisione dei costi di produzione” per la realizzazione fisica dell'album. Scelta che vuole consapevolizzare pubblico e ascoltatori su come gli artisti e etichette rischino, nella maggior parte delle volte, realizzando dal basso le proprie opere, di metter di tasca propria i soldi per tutto il lavoro. Gli interessati al progetto, dopo una donazione monetaria, riceveranno l'album in formato “pregiato” digipack. Are you in?


1.1

2.2

3.3

4.Dalla Nascita

5.5

6.6

7.7




http://dyskinesia.bandcamp.com/


http://www.myspace.com/dyskinesiaeutanasia


https://www.facebook.com/pages/Dyskinesia/132798303449018


http://www.frohikerecords.com/dallanascita/ (L'album è scaricabile da questo link)


http://www.clapbandsmagazine.com/2011/11/dyskinesia-dalla-nascita-2011.html  (Recensione personale su Clap Bands Magazine)




mercoledì 26 ottobre 2011

Slow Motion Genocide - Self Titled Ep (2011)


Tre elementi, un sound puro senza fronzoli, un'immediatezza riflessiva, ed un punto di forza: il suono degli strumenti che parla da solo. Gli Slow Motion Genocide (Pasquale Tomasetta - batteria, Federico Preziosi - basso e Raffaello Pisacreta - chitarra) sono una band strumentale di stanza ad Atripalda (Avellino) che con più di mezz'ora di musica ci delucida il suo manifesto sonoro attuale: l'omonimo Ep "Slow Motion Genocide" (2011).

Un lavoro convinto che spazia sufficientemente tra math-rock, stoner, hard-psichedelia e noise. Generi, a mio avviso, che hanno impostato (più o meno) il panorama rock alternativo di questi ultimi quindici anni. Si parte con un pattern ben fatto di batteria: motivo conduttore della prima parte del brano. Inserti noise di chitarra, un basso semplice ma solido alle spalle, partenze e risalite. Mi riferisco ovviamente al brano d'apertura (Deep Needles), che si veste di questi delicati e allo stesso tempo pesanti indumenti. Difatti, l'ottimo finale da incedere psichedelico rende perfetta questa vestizione di suono, con i Motorpsycho a cui rendere grazie come stilisti sonori.

"Make o Break" dicono i Slow Motion Genocide. Esattamente le parole giuste per descrivere l'andamento calzante del secondo pezzo. Cadenzato da un riff grunge sviluppato fino alla fine come se il pezzo dovesse terminare lì, con un bel balzo schizoide però i ragazzi ci riservano quell'effetto sorpresa da granitica chiusura stoner.

Dub or not Dub? La domanda nasce spontanea. Infatti, mi chiedo se "Gamino" (terzo pezzo dell'ep) sia stato composto casualmente con questo mood in un'improvvisazione oppure sia una dichiarazione d'influenze con cui il gruppo vive da sempre. Interessante domanda per un'intervista. Comunque, il pezzo si muove su direttive rock-dub (conosceranno mica i De Facto, progetto collaterale del cantante e chitarrista dei Mars Volta?), con basso e batteria che fanno il loro sporco lavoro e una chitarra che stende, come su una tela, schizzi colorati di delay che rendono il pezzo un po' più stralunato e variegato.

Il penultimo brano, "Pinball", ha come suoi connotati un semplice incedere rock e credo sia l'elemento più immediato di tutto il lavoro. Pezzo dal classico ritmo a levare, un ottimo lavoro della batteria impegnata a tessere tribalismi non del tutto scontati, e con qualche pausa percussiva ci ritroviamo in un contesto da pezzo "mordi e fuggi" prima della meditazione del pezzo di chiusura: "Your Strenght My Weakness". Infatti, ho la sensazione che questo Ep finisca per come sia iniziato. Mi spiego. Le potenti e movimentate riflessioni di "Deep Needles" ritornano ondeggianti e prepotenti in questo pezzo che chiude il tutto. Vi si scorgono ancora una volta le cavalcate motorpsychiane ed un finale epico, secondo me, marchio di fabbrica della band. Invece, fanno per la prima volta la loro comparsa dei giri storti tooliani (math rock?) sviluppati fino ad una sacrosanta esplosione. Comunque, un ep che alla fin fine non si fa scoprire troppo velocemente. Difatti, tutto lo spazio, il tempo e il messaggio che scorrono lungo i bordi dei suoi suoni riescono a venir fuori individuandoli tramite le giuste coordinate che l'ascolto ci potrà offrire. Spero.

Anyway, buon ascolto!




http://slowmotiongenocide.blogspot.com/


http://www.myspace.com/slowmotiongenocide


https://www.facebook.com/pages/Slow-Motion-Genocide/141281512587233


http://twitter.com/#!/smgband


http://www.reverbnation.com/slowmg


http://www.youtube.com/user/SlowMotionGenocide#p/a


Recensione personale su Clap Bands Magazine

giovedì 20 ottobre 2011

Intervista ai Father Murphy:"Il reverendo tra eresia e misticismo".


Father Murphy (fR. mURPHY) è il nome con cui lo scrittore William Seward Burroughs appare nel film "Drugstore cowboy" di Gus Van Sant, come anche il protagonista di una, se non più, routine scritte dall'autore stesso. Una di queste, che tratta appunto di un prete tossico che, durante la vigilia di Natale trova una valigia con all'interno un corpo fatto a pezzi, è stata musicata da Kurt Cobain ed edita in un disco dal titolo "The Priest: they called Him".

Ma Father Murphy è anche il protagonista di una Leggenda a cui sembra ispirarsi un'omonima band italiana, inizialmente collettivo non ben definito, in seguito composta da Freddie Murphy - chitarra/voce (tra i fondatori del Madcap Collective), Chiara Lee - tastiere/percussioni/voce, e il vicario Vittorio Demarin - batteria/viola/voce.

La band nei primi anni di vita è passata da un lo-fi irriverente ad una psichedelia barrettiana miscelata con un John Lydon da epoca d'oro. In questo periodo c'è un uso sorprendente di alcune tastiere giocattolo, le voci stanno tra il salmodiare e il pop e le percussioni danno quel tono quasi sghembo alle composizioni da smorzare ogni tanto i toni cupi. Dopo vari dischi e un'intensa attività live arrivano alla loro opera più matura intitolata "and He Told us to turn to the Sun" (2008) presentata sopratutto all'estero con vari live in lungo e in largo in Europa e Stati Uniti. L'opera è un concept sull' Eresia. Il reverendo, rispetto al passato, accentua gli aspetti apocalittici del suono ed il tutto prende una deriva riflessiva e contemplativa. Nel 2010 esce "No room for the weak" ep e "3 3-sides" ep (raccolta di inediti) nel 2011. Questi due lavori virano verso territori ancora più oscuri ed ampi rispetto al precedente album. Si nota, infatti, una volontà più accentuata verso atmosfere ancora più oniriche e da incubo, verso mantra sanguinanti ed una dilatazione delle strutture musicali che rende tutto, ancor di più, una totale eresia ortodossa.

Abbiamo posto un po' di domande telematiche al gruppo ed è un piacere che ci rispondano:


- Il vostro ultimo lavoro "...and He Told us to turn to the Sun" (2008) era votato al concetto dell' "Eresia". Dopo tre anni dal suddetto a che punto è la vostra "Leggenda Eretica"?


"Leggenda Eretica"? Suona bene! Allora, il successivo EP, "No room for the weak", è votato al misticismo, all'esigenza/necessità di soffrire, autoinfliggersi sofferenza, nel trovare una forma di verità e libertà in se stessi. L'idea di fondo è quella di una parabola verso il basso, dove i punti fermi saltano, e dove l'unico percorso possibile non è verso l'esterno, ma l'interno.

L'Eresia è la scossa, il misticismo è ammettere che non ci sono più compromessi con se stessi. E' uno sguardo cinico nei propri confronti, dove solo l'autoironia può garantire il non perdersi.

Ad un certo punto quindi non basterà isolarsi, ma diventerà necessario cercare l'isolamento in un qualcosa che potrebbe essere identificabile con l'ascetismo, o con la condizione degli eremiti. Il prossimo disco sarà la colonna sonora di questo movimento, e solo nel finale ci sarà un cambiamento, una specie di rivelazione. E' come se ti dicessi che abbiamo capito cosa vogliamo, cosa faremo, e quali sono i nemici da cui guardarci.

E' decisamente più facile quando decidi di dare un nome al tuo nemico. Da lì puoi ripartire tutto, anche dall'inizio, magari.

Forse il disco successivo al prossimo sarà un concept sull'idea di fondare una nuova religione."


- Ho ascoltato ultimamente i vostri ultimi due ep: "No Rook For The Weak" (2010) e "3 3-sides" (2011). E' una scelta ben precisa racchiudere le vostre ultime creazioni in questi formati oppure è una sorta di anticipazione del vostro sound di qualche Lp o album in lavorazione?


"Mentre "No room for the weak" è un'uscita vera e propria, "3 3 sides" è più che altro un pretesto per utilizzare bozze di materiale antecedente, sfruttando esclusivamente la piattaforma bandcamp.

"No room for the weak" è considerato EP per il fatto che ha 4 brani, e per la durata, 20 minuti. Per noi è il normale e conseguente passo rispetto a "...the Sun".

Il suono si è sviluppato verso un'idea di chiusura, quasi di ridurre le già poche fonti sonore da noi utilizzate. nella nostra testa sono atmosfere ben precise, il primo pezzo potrebbe essere riassunto con una preghiera continua mentre ci si batte il petto. "...the Sun" era più vario, perchè l'Eresia porta novità, porta dubbi e porta gioia di riscoperta. Il misticismo ti pone di fronte a delle scelte, al porre l'attenzione non tanto sul fine, ma sul percorso da compiere. Tutti questi termini astratti per noi diventano reali nel suono, nelle atmosfere, nel decidere cosa far succedere in questo e in quel movimento. E poi ovviamente nei live.

In tutto questo, riferendomi alla chiusura della tua domanda, sì, quanto fatto nell'utlimo periodo più che averci portato al nuovo disco, ci ha consegnato quello che avremmo dovuto fare. Abbiamo appena terminato le registrazioni del nuovo album (dal titolo "Anyway, your children will deny it), e quindi ne parlo con la massima cognizione di causa."


- Ho notato nella pagina del vostro bandcamp che in "3 3-sides" le prime due canzoni sono state "pensate" per dei film. C'è qualche volontà o desiderio futuro dietro questa supposizione?


"Abbiamo avuto già modo, nel passato, di prestare nostre musiche per corti (ad esempio di Luca Dipierro), come anche per lungometraggi (penso a "Due vite per caso" del palermintano Alessandro Aronadio, uscito lo scorso anno, e presente alla Berlinale, in cui ci sono tre nostri pezzi, oltre ad un nostro cameo). Abbiamo da poco musicato, insieme a Jealousy Party e Alessandro fiori, con la regia di rico dei Uochi Toki, una rilettura del "Gabinetto del dott. Caligari", per uno spettacolo, Arca Puccini- Caligari 2011, a cura dell'ottima associazione pistoiese Nevrosi, con alla postazione video i ragazzi di Influx. Inoltre siamo da qualche tempo al lavoro sempre con il buon Luca Dipierro (http://www.lucadipierro.com/ vi assicuro che merita la visita!) per musicare interamente un suo lungometraggio, in uscita il prossimo anno, dal titolo "Dieci teste - How i find it". Nello "scrivere" i nostri dischi, partiamo sempre dalle atmosfere, dal parlare tra di noi cercando di raffigurare le idee, e quindi diventa quasi complementare la possibilità di lavorare su immagini in movimento di altri, ovviamente a partire dalla possibilità di mettere le nostre atmosfere a disposizione di immagini altrui."


- In "Indie Labels" un pezzo di "Six Musicians Getting Unknown" (2005) cantate: "I like indie labels but indie labels don't like me". Qual'è o era l'intenzione espressiva di questa frase?


"Eh eh, quel pezzo è in realtà di fine 2002, io e C. Lee vivevamo a Berlino, spedivo CDR e cassette a tutte le label che trovavo interessanti, ricevendone sempre rifiuti, quando rispondevano. Poco dopo, tornati in Italia, insieme a Paolo Moretti e Andrea Rottin avremmo creato il Madcap Collective, per non perdere tempo a lamentarci, bensì per tirarsi su le maniche e cercare di promuovere al meglio le nostre diverse proposte. A ripensarci adesso, dopo questi anni, voglio pensare a quella frase più come ad una constatazione, piuttosto che ad un'effettiva lamentela. D'altronde, e ne sono certo, ci sono ancora svariate etichette indipendenti che mi piacciono molto, ma cui la nostra produzione sonora non piace o non piacerebbe..."


- La grafica dei vostri lavori è sempre molto curata e ricercata. Quanto è importante per voi lo styling dei vostri "oggetti" musicali?


"Abbiamo la fortuna di avere una persona che si occupa completamente della grafica, o, come preferisce il diretto interessato, delle visioni e atmosfere dietro alla nostra musica. Lui è Vinh Ngo, il quarto Murphy, inizialmente mio compagno di penna, per poi quindi diventare a tutti gli effetti il quarto elemento della band.

Fortuna volle che, la prima volta che la radio statunitense WMFU trasmise un nostro pezzo, Vinh fosse all'ascolto, e decidesse ad ordinare tutto quanto da noi allora fatto, via mailorder. Al tempo ero io che mi occupavo del mailorder del Collettivo, e, vista la cortesia con cui era stata redatta la mail, decisi di inserire qualche sorpresa. Dopo due settimane ricevetti quindi un pacco, proprio dal buon Ngo, il quale mi aveva fatto avere dei suoi disegni, due compilation con la sua musica preferita, con tra l'altro ottime nuove band californiane, e due libretti autoprodotti da lui stesso, con dei suoi disegni. Ce ne innamorammo, ovviamente.

Di lì, nel giro di poco tempo, abbiamo iniziato un'ancora più fitta corrispondenza, da cui poi appunto sono nate le varie copertine, spunti per titoli, testi etc...

Nel prossimo disco, ad esempio, due testi di altrettante due nuove canzoni sono completamente suoi."


- Luca Di Pierro è stato un'artista chiave per l'aspetto visuale dei vostri lavori. Come è nata la collaborazione?


"Luca l'abbiamo conosciuto 6 anni fa ad un concerto di Bonnie Prince Billy a Faenza. Lui stava promuovendo Adodo, bellissimo magazine di cui era il tutto fare. Da lì abbiamo iniziato a sentirci spesso, fino ad arrivare a proporgli di curare la grafica interna di un tributo agli Os Mutantes uscito per Madcap nel 2007. Nel frattempo si era trasferito negli Stati Uniti, dove ci siamo visti in occasione di ogni nostro tour in quel paese, addirittura del primo tour, nel 2008, Luca ha curato le date a New York e un po' la logistica in generale. Quindi abbiamo continuato la collaborazione, soprattutto scambiandoci file, stimoli, idee (io ho curato una mostra itinerante di suo quadri a fine 2009 inizio 2010, lui ha incluso un mio racconto in un'antologia di autori italiani e americani edita negli US, abbiam prestato nostre musiche ad un suo corto per promuovere un romanzo che è finito sul New York Times, mentre lui ha prodotto il video per "In their graves"...), e, come accennavo prima, vari sono i progetti insieme già in cantiere."


- Cosa ne pensate del fatto di aver un maggior riscontro all'estero?


"Per presentare "No room for the weak" abbiam fatto in un anno 137 concerti, di cui moltissimi all'estero. Abbiamo faticato meno a suonare all'estero (Nord America ed Europa) che non in Italia. Abbiamo avuto ottime recensioni tanto all'estero che in Italia. Mi è forse sembrato che all'estero (discorso super in generale, ovviamente) ci sia meno bisogno di catalogare, e che quindi la nostra proposta, per quanto particolare, non venga vista nè come troppo sperimentale, nè troppo cerebrale, nè presuntuosa...

Ti posso assicurare che in Italia ci sono delle ottime realtà per cui saremo sempre felici di suonare. Tanto quanto continueremo ad essere felici di non essere chiamati a suonare in quei circuiti che non hanno avuto mai interesse per noi. Molto semplicemente è una questione di vedere dove la tua proposta può avere spazio, e battere su quello.

Per noi suonare live è fondamentale, non solo per promuovere i dischi, ma perchè è una delle cose che sappiamo fare meglio, e di cui sentiamo maggiormente l'urgenza. E quindi semplicemente continuiamo ad andare dritti per la nostra strada."


- Da collaboratore di una webzine "sudista" mi viene spontanea una domanda: vi siete mai chiesti perchè nel sud italia suonano poche band indipendenti o di certi ambienti underground? Secondo voi il motivo è soltanto una questione di logistica? O c'è altro?

"La tua domanda è ben complessa; di certo la questione logistica è importante. Noi ci mettiamo meno ad arrivare In Germania o in Slovenia/Rep Ceca Francia etc...che arrivare a Roma. Ovviamente questo influisce quando, per fare ad esempio un tour all'estero, partendo dalla Sicilia, devi già mettere in conto un giorno e mezzo prima di essere all'estero... Ma ti dico, non sono di certo la persona più adatta per dare una motivazione logica o sensata. Ti dico però che, nel nostro piccolo, abbiamo avuto modo di conoscere ottime realtà al sud, cito ad esempio la Brigadisco Records di Itri, etichetta stupenda, con produzioni curatissime, che organizza anche due festival e una sfilza lunghissima di date. Realtà napoletane legate al Perditempo, come A spirale, Sec, o la Fallo dischi... Carlo Natoli e quello che sta facendo non solo a Ragusa...Lomax a Catania...le pugliesi Musica per organi caldi e Leepers production... Fabio Nirta e tutto il giro di Cosenza... non so se sia pertinente, ma pensando alla Sardegna c'è l'ottima Here i Stay, capace di resistere nel miglior modo quest'anno anche al boicottaggio dell'omonimo festival... E da lì salire verso centro, vedi Roma, con la No Fi, il Fanfulla, Borgata Boredom e una band meglio dell'altra...tutte queste realtà sono fatte di band e di persone che lavorano, e che secondo me possono essere viste come lo zoccolo duro di future possibilità..."


- Ci parlate del vostro importante sodalizio con il Madcap Collective?


"Penso di aver già accennato a Madcap in altre risposte. Fondamentalmente Madcap per noi ha rappresentato la famiglia da cui siamo partiti in quest'avventura. E continua ad essere presentissima nelle nostre produzioni, vedi l'ultimo 7'' uscito appunto per Madcap in collaborazione con Aagoo, Boring Machines, Avant!, Brigadisco e La délirante...(7'' split con l'ottima band torinese How much wood would a woodchuck chuck if a woodchuck could chuck wood). Quello che mi piace soprattutto di Madcap è che sia in continuo cambiamento, non è più un'etichetta, o meglio, non solo, è più un piccolo laboratorio, un sodalizio, un punto in comune tra realtà diverse."


- Sparatemi a freddo, senza pensare troppo, un gruppo italiano o non che vi ha colpito di recente.


"Ce ne sarebbero molti.

Ho già citato gli HMWWAWCIAWCCW, di cui sono certo si sentirà e a ragione molto parlare, avrei altri nomi (vedi i SIC ALPS con cui abbiam appena fatto un tour europeo, o i MOVIESTAR JUNKIES, entrambi giganti!)...

guarda, ti dico THULEBASEN, danesi, abbiam fatto con loro un tour in Scandinavia lo scorso aprile, meritano davvero, modo originalissimo di usare la voce e le chitarre, e ottima resa dal vivo. Spero di riuscire a portarli in tour in Italia presto."


- Prossimi progetti e impegni?


"Oltre al fatto, come accennnavo prima, che abbiamo appena finito di registrare il nuovo disco, che dovrebbe uscire a gennaio, e che sarà mixato da Greg Saunier dei Deerhoof, abbiamo da pochissimo fatto uscire un 7'' split, vedi più sopra, e un vinile live, con illustrazioni di Rocco Lombardi (eccezione che conferma la regola, riferendomi qui al discorso su Vinh Ngo), uscito per Brigadisco Records, con anche versione limitata serigrafata a mano con diversi colori rispetto alla tiratura normale, grazie al lavoro di Legno (qui qualche foto www.brigadisco.it). Saremo poi presenti in una compilation che uscirà a breve per festeggiare i 10 anni dell'etichetta Under My Bed, mentre No Fi Recordings sta ristampando la versione in cassetta di "and He told us to turn to the Sun".

Per quanto riguarda i live saremo fermi fino a dicembre, per quindi ripartire da gennaio per presentare il nuovo disco."




http://www.facebook.com/pages/Father-Murphy/140754102641108?sk=wall


http://www.myspace.com/reverendmurphy


http://fathermurphy.blogspot.com/


http://www.madcapcollective.com/


Intervista personale pubblicata su Clap Bands Magazine

martedì 4 ottobre 2011

The LongJ - Raggio Katarana (2011)



Un guizzo sincero, vitale e senza clichè di sorta. Ecco, i Long J. La musica parla d'esperienza e di voglia di riscatto sugli anni tramite la semplice alchimia di chitarra e batteria. Adolfo Macrì (chitarra/voce) e Marco Riccioli (batteria/voce) calcano le scene da parecchi anni con le rispettive band:Plank, New Fast, 100% e Spriggan. Questo malloppo consegnato dal loro passato si ripercuote orgogliosamente nel loro primo lavoro "Raggio Katarana" (2011), quarta uscita nel catalogo Edwood Records. Etichetta gestita dallo stesso Marco Riccioli, e che negli anni ha prodotto con coraggio e determinazione Spriggan, H.C.-B. e Diane And The Shell. "Raggio Katarana" attinge la sua forza dal rock di Chicago e da un garage che ha messo di lato le inquietitudini adolescenziali per spararci dritto in faccia il motto: "Siamo ancora qui e più vivi di prima". Il tutto è stato registrato da Sacha Tilotta (batteria Three Second Kiss) presso lo studio itinerante "Dreams Factory Analog Studio" nel 2008. Nel 2009 ricevono la benedizione del mastering da parte di Bob Weston (basso/chitarra Shellac). Infatti, ma non per caso, Shellac, Uzeda e gli anni novanta aggiornati dagli anni zero sono solo le prime chiavi di "lettura" per un disco che si fa ascoltare quasi tutto di un fiato.  Muntagna, Jimi Stevie Ray, You and I, Raggio Katarana ed Etna a parere personale rappresentano alla meglio il comparto dell'album. Tra distorsioni al fil di rasoio albiniane, ritmi cadenzati e d'impatto della batteria: la voce di Adolfo Macrì è tutta lì, tra il suadente e lo schizo irriverente non ti lascia stare, ti vuole. Questo è rock 'n' roll, questi i Long J, immensi e potenti come un Etna in eruzione, desiderano il tuo corpo, il tuo sudore e sopratutto il tuo orecchio. Prego, prego, signori avvicinatevi!





https://www.facebook.com/pages/The-LongJ/125408084207464

http://www.myspace.com/thelongj


http://youtu.be/foxN1MSxbEU


http://www.youtube.com/user/edwoodrecords


http://edwoodrecords.altervista.org/main...


Recensione personale tratta da Clap Bands Magazine

martedì 9 agosto 2011

The Great Saunites, "Delay Jesus '68" ep



Montagne lisergiche in azione. Cavalcate elettriche nella miglior tradizione psichedelica. I Great Saunites la sanno lunga sul loro suono ed aggiungono al loro repertorio questo gioiellino di heavy-psych, un pò kraut ed un pò space rock, denominato "Delay Jesus '68" (Hypershape Records/Il Verso del Cinghiale Records - 2011) dopo la prima prova "TGS" (2010). La formula è apparentemente semplice: un duo basso/batteria, effetti calibrati ed un lungo divenire compositivo pieno di sorprese tra fermate, risalite e tribalismi percussivi. Esalta pensare la loro miscela sonica come un incontro tra i Can del primo periodo (non a caso il nome dell'album cita una delle prime prove dei Can chiamato "Delay '68"), gli Sleep, i Pink Floyd '68-'71, i Motorpsycho più acidi e psiconauti e trasognanti reminiscenze stoner. La descrizione darebbe da pensare a qualche sperduto gruppo nella vasta provincia americana ma qui siamo in Italia ed esattamente a Lodi. Credo che Atros - basso e Kandur Layola - batteria siano fieri del loro sound dato che il genere in Italia non va tanto per la maggiore, occupati come siamo a seguire le mode del momento. Ma il risultato mi dice che qui il coraggio di osare da parte dei ragazzi c'è ed eccome. Quindi, sempre avanti ed oltre come un panzer che sogna le nuvole, guardandole.




1. Tanit

2. Golden Mountain

3. Delay Jesus '68





Recensione personale da Claps Bands Magazine:http://clapbands.blogspot.com/2011/08/great-saunites-delay-jesus-68-ep.html

martedì 3 maggio 2011

Squadra Omega - Squadra Omega (2010) - Holidays Records








Dopo i due Ep "Rennes le Chateau" (2008) e "Tenebroso" (2009), sempre contrassegnati da un impatto visionario psichedelico, gli Squadra Omega ci consegnano questo album in cui il concetto di jam viene in un certo modo deviato verso qualcosa di più strutturato e meno improvvisato. Perché è da qui che vengono i nostri monaci satanassi veneti dove nel mentre preparano una pozione da rito esoterico in cui gli ingredienti da mescolare, in maniera alquanto calibrata, sono Kraut, Free-Jazz, Space rock e se non eccedo un tocco di ambient analogica che ha tutto il suo lento perché in un uso meditato di synth d'annata. Queste composizioni ci trasmettono un carisma che sta tra una certa affiatata follia, che s'impone come tratto caratteristico in tutto l'album, e la voglia di trasmettere sensazioni schizofreniche da comuni post-sessantottine. Come disdegnare pezzi tra loro diversi, ma di sicuro impatto, che muovono il loro baricentro tra momenti di dilatata contemplazione e fulgori rock-jazz? Da non tralasciare la sezione ritmica, non per dire, che fa il suo dovere macinando ritmi mantrici in un continuo divenire. Infatti, non mi è possibile nascondere l'amore sonico provato per traccie come "Ermete" e "Hemen Hetan! Hemen Hetan!", a mio parere le migliori dell'album. Infine, prospettando delle probabili influenze, mi vengono alla mente gli Hawkwind di "In Search Of Space", gli Art Ensemble Of Chicago ed una giornata settembrina dove alcune sostanze psicotrope sono state usate per uccidere un po' di noia. Bon voyage! Space is the place.


P.


1. Murder In The Mountains

2. The Mistery Of The Deep Blue Sea

3. Hemen Hetan! Hemen Hetan!

4. Ermete

5. All The Words You Can Find



Assaggialo


                                       Respect the artist, buy the album

venerdì 25 marzo 2011

The Gris Gris - For The Season (2005) - Birdman Records






Ecco, ci vado giù di soggettività. Ascoltare "For The Season" mi trasmette un'anima giocosa, romantica, intima ma sopratutto psichedelica. Un album-scrigno che esce per la Birdman Records, sagace etichetta statunitense, che porta avanti una promozione che sa sicuramente il fatto suo in termini di sonorità e scena musicale, pensiamo ai nomi più altisonanti che "militano" in quell'area: The Warlocks e Boredoms su tutti.

I quattro californiani ci consegnano questo flusso sonoro che spazia tra momenti di rumorosa psichedelia come l'introduttiva dichiarazione d'intenti "Ecks Em Eye" dove i  Pink Floyd barrettiani interstellari la fanno da padrone, e la concreta giostra sonora di "The Non-Stop Tape". Un attimo di stasi graziante ci è donato dall'organetto vellutato e leggiadro in "Medication #4", in cui la melodia è un dolce ed enfatico invito alla calma. La creatività dei quattro va ben oltre i  bozzetti di rumoristica e le tape concrete, l'originalità sta proprio nelle inarrivabili "Big Engine Nazi Kid Daydream", "For The Season" , la cadenzata giocosità di "Down with Jesus" e la malinconia nebbiosa in cui si avvolge "Cuerpos Haran Amor Extrano". Sono esempi, bozzetti, di un'arte riflessiva (astratta) ma allo stesso tempo divertita e divertente che riesce a fatica a restare ferma sui suoi passi, libera e dadaista per come è, ci ricorda come sempre che la musica nel suo essere ha qualcosa di indefinito e di incodificato. Ecco, diciamo. Over the hills and far away and love.




1. Ecks Em Eye

2. Peregrine Downstream

3. Cuerpos Haran Amor Extrano

4. Down With Jesus

5. Big Engine Nazi Kid Daydream

6. Year Zero

7. The Non-stop Tape

8. Medication #4

9. Skin Mass Cat

10. Pick Up Your Raygun

11. Mademoiselle Of The Morning

12. For The Season



Assaggialo

                                                                                  



                                          Respect the artist buy the album

lunedì 17 gennaio 2011

L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.

La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica.

“Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali [citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”]

  

La strategia della distrazione - Noan Chomsky (via koolinus)

si ri-ri-rirebloggah..


(via curiositasmundi)

lunedì 10 gennaio 2011

Classifica di ascolti goderecci 2010

Per la gioia o per il dolore di voi tutti ho perso un pò del mio tempo e ho stilato una classifica relativa ai 15 dischi che mi hanno più o meno colpito durante questo strano e catartico duemiladieci. La classifica è divisa in due parti: i migliori secondo il mio parere ed un altro elenco chiamato semplicemente "altri" dove ho citato quei dischi che potrebbero essere rivalutati meglio sia da me, che da te. Spero tutto ciò possa servire per nuovi e nuovi ascolti, nuovi sorrisi, lacrime e meditazioni. Buon coito sonico.





1. Motorpsycho - Heavy Metal Fruit


2. The Black Angels - Phosphene Dream


3. The Besnard Lakes - The Besnard Lakes Are The Roaring Night


4. Beach House - Teen Dream


5. Forest Swords - Dagger Paths


6. Liars - Sisterworld


7. Samuel Katarro - The Halfduck Mistery


8. Tame Impala - Innerspeaker


9. Four Tet - There Is Love In You


10. Massimo Volume - Cattive Abitudini


11. K-X-P - K-X-P


12. The Alps - Le Voyage


13. Arcade Fire - The Suburbs


14. Deerhunter - Halycon Digest


15. Black Mountain - Wilderness Heart



        

Altri:


Crocodiles - Sleep Forever


Mogwai - Special Moves


Women - Public Strain


Neu - '86


Holy Fuck - Latin


The Psychedelic Sounds Of The Sonic Cathedral - A Tribute to 


13th Floor Elevators


Tweak Bird - Tweak Bird


Vex'd - Cloud Seed 


Crippled Black Phoenix - I, Vigilante