giovedì 28 giugno 2012

Ufomammut - Oro:Opus Primum (2012) - Neurot Recordings



Tutto è fermo, tutto è in movimento: la ciclicità, la reiterazione, il mantra, il suono delle meteoriti che sfiorano il nostro mondo. Con gli Ufomammut (Poia – chitarra, Urlo- basso, voci e synths e Vita - batteria), le definizioni e i termini spendibili hanno molto probabilmente a che fare con tutto questo; riflessioni sull'esistenza umana, sulla prima donna sulla Terra e la sua ribellione al creatore (vedere il precedente concept album Eve - 2010) Per Oro: Opus Primum, uscito per la Neurot Recordings, etichetta gestita da Scott Kelly, uno dei fondatori dei Neurosis, i ragazzi rincarano la dose e, oltre a promettere un atto secondo (Oro:Opus Alter) per quest'autunno, stavolta s'introducono dentro processi alchemici, processi che tramite la conoscenza tramutano le paure in pura essenza, in Vita, essa stessa possibilmente controllabile dalla mente umana dentro quel processo magico e in continuo divenire chiamato Cosmo, Tutto.


L'impianto sonoro dell'album fa riferimento al loro ben collaudato e mastodontico muro di suono, messo a punto in questi ultimi anni, sopratutto da Idolum (2008), punto di svolta verso lidi molto più spacey e psichedelici. Oro naviga come se gli Sleep avessero incontrato i Pink Floyd nella biblioteca di Mago Merlino e stessero per imbandire un tè all'acido con gli Isis e i Neurosis. Tutto ciò per dire che la componente sludge, doom e stoner viene in contatto, egregiamente, con una psichedelia pomposa, pesante. Riffs al granito siderale si riempiono di effetti space, tramite l'uso non indifferente di synth e, dietro l'angolo, possiamo scorgere, coraggiosamente, movimenti kraut da incedere cosmico. Dobbiamo, però, confermare che il lavoro non si discosta dalle ultime imprese del gruppo, ma è la vittoria, la loro fortuna. Una ricerca stabile, verso le cavernose visioni che il trio ci vuole regalare, fieri di non sbagliare un colpo, e il sound lo dimostra: compatto, magniloquente, un preistorico nel futuro.


Si scrive e si parla da più parti che le loro creazioni siano decisamente sopravvalutate, ma come spiegare la incessante e continua presenza sui media di settore italiani e sopratutto stranieri? Le risposte non stanno sempre a portata di mano ma in questo caso è una sola: l'orgoglio delle proprie idee, senza star per forza a guardare cosa ci sta dietro l'angolo e scopiazzare di qua e di là. E' ricerca, cura, attenzione verso i dettagli, se pur minimi, di un suono che sa di messa nera dentro una lezione di astronomia. Il tuo primo ascolto degli Ufomammut potrebbe partire anche da qui, se lo vuoi, ma siamo, dovremmo, essere curiosi.


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