Abbandonare la fredda provincia veneta
con la sola mente e ritrovarsi a S.Francisco potrebbe essere roba da
folli visionari ma a volte la musica (che è forse la nostra unica
amica?) ci prende per i neuroni e ci trasporta in una catarsi tra
luci e ombre verso le spiagge californiane. Questo è uno dei poteri
visionari ed evocativi che StarsReachTheAbyss, primo album dei New Candys, potrebbe avere sulle
nostre labili menti ma allo stesso tempo attente, pronte all'ascolto.
Il gruppo proviene da Treviso, nati nel
2008, il suo nome è l'intreccio tra il
cognome di
AntonNewcombe
(leader dei
The
Brian
Jonestown
Massacre)
e Dandys,
nick-name
dei DandyWarhols.
E già
qui i
riferimenti
musicali
dovrebbero
già essere
chiari e
dicono:neo-psichedelia.
Siamo in
questi
territori
sonori,
difatti e
potrebbero
venire alla
mente, solo
per fare
alcuni
nomi:TheBlackAngels,
TheWarlocks,
TheJesusandMaryChain,
e se
penso a
qualche
scena del
passato gli
anni
sessanta
acidi e
il PaisleyUnderground.
La
band aveva
già fatto
uscire un
ep nel
2010 dal
nome NewCandys,
registrato
in
analogico
per volere
della
stessa,
contenente
cinque
brani. Col
nuovo album
aggiungono
nuove
sonorità e
un nuovo
intento che
colpisce al
primo
ascolto.
Oltre a
una più
accurata e
precisa
risoluzione
dei suoni
in fase
di
produzione
e
registrazione,
Stars Reach
The Abyss
ci
accompagna
verso
lontane
stelle
psichedeliche,
ci ammalia
con
arabeschi
di chitarra
e c'imbeve
di un
certo
afflato
mistico
intriso di
orientalismi
coabitante
con un
corposo
sound e
liriche
cantate
solamente
in inglese.
Come
dicevamo
l'oriente e
la sua
influenza
sono ben
presenti
nell'album,
pezzi come
Sun Is
Gone ('Till
DayReturns),WelcomeToTheVoidTempleeNiburusonoclassicaprovadicomeunsitar,tamburelli,dellechitarreerelativistrumentipossanoportarel'ascoltatoreversoestefarcelorimanerepertreoquattrominuti,direisuperlativo.Glialtripezzidelblocco,ancheseèunpo'riduttivoriassumerecosìlafaccenda,ciportanoall'orecchiounrock-psichedelicodiscuolaamericana,conlacittàdiAustinelasuascena,comeesempiosututte.
Infine,
ci sono svariate premesse per una delle rivelazioni italiane
dell'anno e le premesse stanno nei contenuti, contenuti possibilmente
già sentiti, ma che sanno di autenticità, passione e ricerca sonora
da non sottovalutare, sopratutto nel panorama nostrano. Ben fatto.