Visualizzazione post con etichetta Ufomammut. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ufomammut. Mostra tutti i post

domenica 30 settembre 2012

Ufomammut – Oro: Opus Alter (Neurot Recordings) - 2012



Uscirà il diciotto settembre “Oro: Opus Alter” degli Ufomammut, l'aurea parte seconda di quel magniloquente concept album che aveva avuto inizio con l'opera “Oro: Opus Primum” (http://www.elicona.it/index.php?option=com_content&view=article&id=253:ufomammut-qoroopus-primumq-2012&catid=34:recensioni-&Itemid=2 ) uscita lo scorso aprile.


Il discorso è e rimane ben consolidato con quello che era stato, più o meno, detto e fatto pregevolmente nella prima parte dell'opera. E cioè, scosse telluriche doom immense, alternate a momenti space-ambient, si mescolano come in un calderone da rituale di  magia nera a un impasto psichedelico di cosmica memoria. Difatti, il gruppo con l'attuale lavoro rimane aggrappato o meglio dire, porta avanti una dissertazione sonora audace e tendenzialmente sperimentale, suggellata anche da un'eredità discografica, pur recente, che si manifesta sopratutto attraverso i loro ultimi quattro album, che li hanno portati di lavoro in lavoro verso territori ben più complessi, ossia l'opera concettuale in album. Comunque, se le nostre vedute musicali rimangono aperte a un confronto estetico a quello che oggi ci offre il panorama italiano e, innanzitutto, pensiamo al blasonato “indie”, possiamo spiegarci e spiegare il perché del suddetto “tendenzialmente sperimentale”, riferito all'album in questione.


Dopo vari ascolti, però, l'insieme è vittima di piccole increspature, e possiamo evincerne, rimanendo su grandi linee e confrontandolo col predecessore che non sia tutto un elogio. La mole di materiale che un genere come quello che gli Ufomammut suonano, ha creato decisamente numerose produzioni; appunto, la scena doom metal e heavy psych ha antesignani e pionieri con un bagaglio d'esperienza che supera, più o meno da i gruppi, un quindicennio. Risultare innovativi o addirittura geniali, nuove leve nella propria area oggi, non dico sia impossibile ma bisogna avere molto coraggio artistico per un lavoro sia diciamo valido che riuscito. Oro: Opus Alter in un certo senso lo è, sia al mio ascolto, che per molti settori musicali e musicanti con i feedback recenti di stima.

I riferimenti musicali relativi all'album come per il predecessore ancora una volta sono sempre chiari: Sleep, Neurosis, Electric Wizard e tutta la scena d'oltre oceano heavy-psych stoner doom che è attiva come lava incandescente già da parecchi anni.


Sapranno Urlo, Vita e Poia ancora evocare tali riti di comunicazione con l'universo? E dopo la trasmutazione purificatrice tramite l'oro alchemico, riusciranno a varcare la soglia di queste due ultime prove?  Direi di aspettare che il tempo faccia il suo corso tramite ascolti attenti dell'album e prove dal vivo – Oro:Opus Alter verrà presentato questo ottobre con un tour in giro per mezza Europa - dove i nostri adepti ci daranno prova (http://www.youtube.com/watch?v=M8Dn7e97-DA ) del loro monolitico e imperioso sound.








giovedì 28 giugno 2012

Ufomammut - Oro:Opus Primum (2012) - Neurot Recordings



Tutto è fermo, tutto è in movimento: la ciclicità, la reiterazione, il mantra, il suono delle meteoriti che sfiorano il nostro mondo. Con gli Ufomammut (Poia – chitarra, Urlo- basso, voci e synths e Vita - batteria), le definizioni e i termini spendibili hanno molto probabilmente a che fare con tutto questo; riflessioni sull'esistenza umana, sulla prima donna sulla Terra e la sua ribellione al creatore (vedere il precedente concept album Eve - 2010) Per Oro: Opus Primum, uscito per la Neurot Recordings, etichetta gestita da Scott Kelly, uno dei fondatori dei Neurosis, i ragazzi rincarano la dose e, oltre a promettere un atto secondo (Oro:Opus Alter) per quest'autunno, stavolta s'introducono dentro processi alchemici, processi che tramite la conoscenza tramutano le paure in pura essenza, in Vita, essa stessa possibilmente controllabile dalla mente umana dentro quel processo magico e in continuo divenire chiamato Cosmo, Tutto.


L'impianto sonoro dell'album fa riferimento al loro ben collaudato e mastodontico muro di suono, messo a punto in questi ultimi anni, sopratutto da Idolum (2008), punto di svolta verso lidi molto più spacey e psichedelici. Oro naviga come se gli Sleep avessero incontrato i Pink Floyd nella biblioteca di Mago Merlino e stessero per imbandire un tè all'acido con gli Isis e i Neurosis. Tutto ciò per dire che la componente sludge, doom e stoner viene in contatto, egregiamente, con una psichedelia pomposa, pesante. Riffs al granito siderale si riempiono di effetti space, tramite l'uso non indifferente di synth e, dietro l'angolo, possiamo scorgere, coraggiosamente, movimenti kraut da incedere cosmico. Dobbiamo, però, confermare che il lavoro non si discosta dalle ultime imprese del gruppo, ma è la vittoria, la loro fortuna. Una ricerca stabile, verso le cavernose visioni che il trio ci vuole regalare, fieri di non sbagliare un colpo, e il sound lo dimostra: compatto, magniloquente, un preistorico nel futuro.


Si scrive e si parla da più parti che le loro creazioni siano decisamente sopravvalutate, ma come spiegare la incessante e continua presenza sui media di settore italiani e sopratutto stranieri? Le risposte non stanno sempre a portata di mano ma in questo caso è una sola: l'orgoglio delle proprie idee, senza star per forza a guardare cosa ci sta dietro l'angolo e scopiazzare di qua e di là. E' ricerca, cura, attenzione verso i dettagli, se pur minimi, di un suono che sa di messa nera dentro una lezione di astronomia. Il tuo primo ascolto degli Ufomammut potrebbe partire anche da qui, se lo vuoi, ma siamo, dovremmo, essere curiosi.


Sito ufficiale Ufomammut

Ufomammut su Facebook

Ufomammut su Twitter

Ufomammut su Myspace